Al Salone di Milano, aria di ripresa
articolo scritto da Gualtiero Piersanti
È da poco terminato il salone del franchising di Milano, la più grande manifestazione di settore in Italia e la sensazione , dopo molti anni, è positiva.
Al di la del numero dei brand presenti, del numero dei visitatori, quello che è importante è l’aria che si respirava: aria di riscatto!
Si, parlando con i franchisor e soprattutto con molti potenziali franchisee, ho percepito una reale voglia di fare impresa. Una reale voglia di uscire da questa crisi che ormai dura da quasi un decennio. Una reale voglia di non attendere la manna che cade dal cielo ma di rimboccarsi le maniche e far vedere che l’italiano medio , quando ci si mette, sa tirare fuori l’estro necessario per aprire una nuova attività.
Moltissimi non avevano le idee chiare su cosa aprire , su quale settore puntare , ma avevano ben chiaro il concetto che, a breve , dovevano aprire qualche cosa.
La cosa più significativa era che molti dei visitatori interessati ad aprire una attività, non erano senza lavoro. Molti avevano un regolare lavoro, con regolare stipendio ma, nonostante questo, trasudava la voglia di mollare tutto per aprire la loro piccola/grande attività.
D'altronde l’Italia del dopo guerra è cresciuta , dando vita al miracolo Italiano, grazie alle PMI.
Dunque, i franchisee hanno voglia di aprire, i franchisor , sempre più numerosi, hanno voglia di far crescere la loro impresa con idee , talvolta , molto innovative, cosa manca ancora?
Un aiuto da parte dello stato ed delle banche !
Lo stato perché dovrebbe realmente emanare e far applicare un decreto per la semplificazione burocratica. Nell’era di internet e delle banche dati, i vari sportelli pubblici dove un potenziale franchisee si deve recare per avere permessi, dovrebbero poter ricercare i dati attraverso un data base centralizzato. Data base aggiornato da…la CCIAA (??), che per prima riceve, attraverso la PEC , i doc.
UN ECCESSO DI BUROCRAZIA , FRENA LO SVILUPPO
Lo stato perché dovrebbe maggiormente comprendere i piccoli errori commessi dal neo commerciante , dando la possibilità di effettuare le correzioni entro…30 gg., ma nel frattempo far procedere la pratica.
FIDUCIA CON RISERVA
Lo stato perché, pur comprendendo che deve far quadrare i bilanci, dovrebbe effettuare una diminuzione contributiva. Le PMI, spesso, sono sottoposte ad un carico di contributi non sostenibili per una piccola attività.
MENO CONTRIBUTI + LAVORO
Lo stato che non dovrebbe alzare la tassazione fino ad i liniti oggi in atto, solo perché il commerciante di turno è bravo a fare il piccolo imprenditore e con grandi sacrifici , aumenta il suo fatturato. Forse due soli scaglioni basterebbero e soprattutto, dare la possibilità di portare in detrazione tutte le spese, nessuna esclusa.
PIU’ DETRAZIONI, MENO EVASIONE
Lo stato perché dovrebbe trovare una soluzione al rapido rilascio ( max 30 gg) di un negozio, da parte di un conduttore moroso. In questo modo i proprietari locherebbero con maggiore serenità i loro immobili, senza richiedere esose e spesso impossibili fidejussoni.
PIU’ GARANZIE STATALI, MENO GARANZIE RICHIESTE
Le banche perché , nonostante i proclami negli spot pubblicitari e le brochure patinate, dove esaltano gli aiuti alle PMI, non danno nessun aiuto, se il neo commerciante non è super garantito.
LE BANCHE, DEVONO TORNARE A FARE LE BANCHE
Le banche che non rischiano più sul sig. Rossi di turno, preferendo investire in titoli di stato …più sicuri.
LE BANCHE DEVONO INVESTIRE MAGGIORMENTE SULLE PMI, AFFINCHE’ L’ECONOMIA ITALIA POSSA REALMENTE RIPARTIRE.
Le banche perché dovrebbero prendere in maggiore considerazione la richiesta di finanziamento di una piccola start up , anche se non è iper garantita personalmente dai soci o dai loro parenti.
NON SI PUO’ FARE IL PROCESSO ALLE INTENZIONI. MAGGIORE FIDUCIA A CHI SI ACCOLA MILLE RISCHI, PUR DI FARE IMPRESA.
Le banche perché prese dai loro ritmi, non trasmetto con il giusto rilievo alla propria rete, una convenzione come quella con L’ENTE NAZIONALE PER IL MICROCREDITO (Ente Governativo), dove l’Ente garantisce, per conto del neo imprenditore, l’80% dei 25.000€ di finanziamento stabiliti, per agevolare l’apertura dell’attività.
PIU’ INFORMAZIONE ED ATTENZIONE PER IL CLIENTE
Le banche perché, quando il Sig. Rossi vuole aprire l’attività in franchising, non tengono in sufficiente considerazione i rischi minori che correrà il neo imprenditore, essendo supportato dal franchisor.
DARE UN RATING AD OGNI FRANCHISOR
Preciso che questi suggerimenti per lo Stato Italiano e per le banche , non sono farina del mio sacco ma, sono un estrapolazione di ciò che sento quotidianamente da coloro che vorrebbero affiliarsi ad un marchio in franchising .
Nella mia lunga carriera lavorativa non mi era mai capitato di sentire tanto malumore verso le istituzioni e verso le banche.
Nonostante quanto fin qui scritto, la sensazione di ripresa , al salone del franchising di Milano , era palese.
Nei vari stand ( circa 200) si sono fatti moltissimi appuntamenti concreti con piccoli grandi eroi di tutti i giorni che, forse, faranno risorgere questa nostra bella Italia.
GRAZIE Al CORAGGIOSO POPOLO ITALIANO, VERO MOTORE DELLA RIPRESA.
di Gualtiero Piersanti
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