Scopriamo la legge sulla Canapa Industriale in Italia
Cosa dice lo stato italiano per la coltivazione e vendita di prodotti ricavati dalla canapa? Approfondiamo insieme la legge sulla canapa industriale.
Da un po' di tempo a questa parte anche in Italia si sta registrando un bel boom di prodotti ricavati dalla canapa, ovviamente si fa riferimento sia a venditori su strada, che a veri e propri negozi presenti sul territorio, il cui obiettivo è quello di vendere canapa legalmente.
Rappresenta una ghiotta opportunità di crescita, con un mercato che non teme molta concorrenza, ma prima di avventurarsi in scelte di questo tipo, forse sarebbe il caso di capire cosa prevede la legge italiana, analizzeremo quindi sia le normative che i costi.
La legge italiana è fin troppo chiara, non nega la possibilità di coltivare o vendere prodotti ricavati dalla canapa, ma è bene fare molta attenzione, perchè al contrario, nega a priori la vendita di cannabis che presenta un principio attivo di THC superiore allo 0.6 % in quanto una concentrazione di questo tipo va a creare effetti stupefacenti a chi ne assume i prodotti.
Chi vende prodotti ricavati dalla canapa, invece, non avrà certo problemi, perché in tal caso la concentrazione di THC è decisamente inferiore rispetto alla soglia prevista dalla legge italiana, questo porta ad una vendita libera sia di canapa che di tutti i suoi derivati.
Quali sono i limiti di legge:
Ad oggi sono tanti gli amanti della canapa, il che significa che vi è una gran bella richiesta, motivo per cui aprire un negozio che tratta prodotti di questo tipo, rappresenta un'ottima nicchia, ma come sempre è opportuno avere le idee ben chiare per evitare di fare un bel buco nell'acqua e poi diventa fondamentale rispettare le norme vigenti per non cadere nell'illegalità.
Proviamo a capire adesso quali sono i limiti di THC espressi in milligrammi su Kg di alimento:
- Olio di Canapa: 10.00 mg (0.01 ‰)
- Latte di Canapa: 0.15
- Pane e svariati prodotti da forno, tra cui anche pasta: 0.10
- Dolci, merendine e snacks più in generale: 0.35
- Bevande, che possono essere sia alcoliche che analcoliche includendo il tè: 0.01
In tutti questi anni sono state tante le norme entrate in vigore, ma dobbiamo far riferimento all'ultima, ovvero la legge 304 del 30 Dicembre 2016, entrata poi in vigore a partire dal 14 Gennaio 2017, sintetizzando ben 3 punti fondamentali.
- Il coltivatore di canapa non ha bisogno di alcuna autorizzazione se il THC è al massimo dello 0.2%, ma nonostante tutto, è sempre bene comunicarlo per evitare che magari in futuro si possano creare situazioni particolari e non è nemmeno così complesso, perché basta scaricare questo modulo e riempirlo. Il coltivatore, però, è tenuto a rispettare alcuni obblighi, tra questi vi è quello di conservare i cartellini dei semi, così come anche le fatture.
- Occhio anche al THC, che può essere compreso in un range che va dallo 0.2% allo 0.6%, inoltre, i controlli devono avvenire senza problemi e l'addetto deve poter rilasciare il campione per consentire di effettuare altre verifiche. Se la percentuale di THC è più alta dello 0.6% si potrà intervenire con un sequestro o distruzione dell'intera coltivazione in questione, tenendo però conto che l'agricoltore non è il diretto responsabile.
- La legge prevede anche finanziamenti che possono arrivare fino ad un massimo di 700.000 € ogni anno, qui ovviamente l'obiettivo è quello di consentire all'agricoltore di migliorare la sua produzione di canapa, a patto che vengano rispettate tutte le leggi e che si vada pur sempre ad operare in modo etico e trasparente.
> Guarda come coltivare la canapa
> Guarda le migliori opportunità di Franchising Canapa