Unioncamere: nuove 10 mila imprese rosa nell’ultimo anno
A quanto pare, le imprese italiane sono sempre più rosa. Questo è quanto emerge dall’Osservatorio per l’imprenditoria femminile di Unioncamere. Nel 2015, infatti, le aziende capitanate da esponenti del gentil sesso, erano all’incirca 1.295.942; nel 2016, invece, c’è stato un incremento dello 0,72% arrivando, dunque, a toccare una cifra considerevole.
Le donne, lavorano nel commercio o sono a capo di aziende agricole. Si occupano del benessere della persona e dirigono alberghi e ristoranti. In pratica, rappresentano il 21,5% del totale delle imprese esistenti in Italia.
Ma secondo l’osservatorio di Unioncamere, le giovani under 35 stanno iniziando a sperimentare diverse forme di imprenditoria, in settori che, fino a qualche anno fa, erano solamente gestiti dagli uomini. Qualche esempio:
- Attività finanziarie e assicurative (5.000 imprenditrici sotto i 35 anni di età che rappresentano oltre il 33% del totale)
- Quelle del settore di intrattenimento, artistico, e sportivo (il 32%)
- Quelle immobiliari (il 30%)
- Quelle scientifiche, tecniche e professionali (è rappresentato dal 29% delle donne)
Imprenditoria femminile: ripartizione territoriale
Per quanto riguarda, invece, la ripartizione territoriale, secondo le ultime stime, pare che al Nord, l’imprenditorialità femminile è composta dal 27,9%, mentre al Centro-Sud dal 29,9%.
Se le imprese in rosa continuano a concentrarsi maggiormente nel Mezzogiorno, è fondamentale notare come la distribuzione geografica dell’impresa artigiana assuma delle caratteristiche alquanto peculiari. Cosa vuol dire questo?
Nel settore manifatturiero, su un totale di ben 97mila imprese femminili, ben 57mila sono artigiane. Più specificatamente, il 58,6% delle donne che è a capo di un’attività del genere, ha scelto la tipologia della “gestione” artigiana, mentre tra gli uomini tale incidenza è pari al 53,3%. Un dato che dovrebbe far riflettere.
Questa stretta correlazione tra impresa con a capo esponenti del gentil sesso ed artigianato, si esprime, in particolar modo, nel settore tessile, del confezionamento di articoli di abbigliamento, nella fabbricazione di carta e prodotti in carta, nella realizzazione di articoli in pelle, ma anche nel settore alimentare.
Purtroppo, il mondo del lavoro fa fatica ad offrire a chiunque opportunità adeguate caratterizzate da un lavoro stabile ed una sicurezza economica. Nonostante la crisi abbia sconvolto economicamente il nostro Paese, le donne non si sono arrese e molte di esse hanno deciso di avviare una propria attività indipendente. Le donne italiane non si sentono meno degli uomini e cercano di dimostrarlo affermandosi nel mondo del lavoro, creandosi delle buone opportunità in qualsiasi settore.
Moltissimi sono gli incentivi in rosa che vengono offerte alle dirette interessate. L’imprenditoria femminile, dunque, deve essere sostenuta, e soprattutto incentiva, poiché tali donne rappresentano una fetta importante dell’economia nazionale, grazie alla loro creatività, nonché al loro dinamismo.
Agevolazioni per l’imprenditoria femminile
Un importante finanziamento per le donne è rappresentato dalle “nuove imprese a tasso zero”, un’agevolazione nata per favorire lo sviluppo di imprese femminili ed under 35.
Più specificatamente, si tratta di un finanziamento a tasso zero che copre fino al 75% dell’investimento ed ha una durata fino ad 8 anni.
Ovviamente, l’incentivo, appena citato è valido in tutta Italia e finanzia progetti di impresa con spese fino ad un massimo di ben 1,5 milioni di euro.
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