Franchising centro anziani: la normativa per l’apertura e la gestione

casa anziani

Quando parliamo di centri anziani non ci riferiamo soltanto ad attività di tipo ricreativo, ma anche a strutture che possano fornire assistenza di base a chi, un po’ avanti con gli anni, ne dovesse avere bisogno. Proprio di questo ci occuperemo nella guida di oggi, riferendoci nello specifico alle normative per l’apertura e la gestione, quando scegliamo una soluzioni in franchising, soluzione che, come si dovrebbe facilmente evincere dalle altre guide che vi abbiamo presentato, è attualmente la migliore.

A quali normative si deve fare riferimento? Quali sono i limiti e gli obblighi di legge? A cosa dobbiamo prestare particolare attenzione?

La normativa? Divisa tra decine di documenti

Incontriamo il primo problema, sicuramente non insormontabile e purtroppo tipico della legislazione del nostro Paese. Le normative che riguardano infatti le linee guida e le limitazioni che riguardano residenze sanitarie assistenziali per anziani e strutture simili sono purtroppo non sempre chiarissime e soprattutto sono divise tra diversi documenti, rilasciati da ministeri e segreterie in tempi diversi.

Analizzeremo uno per uno i requisiti più importanti, continua a leggere.

La localizzazione per un franchising centro anziani e/o assistenza

Il primo aspetto da analizzare è sicuramente quello che riguarda la localizzazione. La struttura deve essere infatti adatta alle condizioni psicofisiche degli ospiti, con una particolare attenzione a cercare di individuare aree già urbanizzate, allo scopo di evitare isolamento e difficoltà per le famiglie nel raggiungere la struttura durante le visite. Il Ministero della Salute, con nota ormai ultradecennale, favorisce le opere di restauro e di recupero di aree magari abbandonate dei centri storici, con una particolare predilezione per quelle dotate di spazi verdi adeguati all’attività motoria.

Dimensioni e tipologia edilizia

Anche per quanto riguarda tipologia e dimensioni ci sono delle note di indirizzo relativamente chiare.

Innanzitutto si deve procedere con l’individuazione di strutture che abbiano caratteristiche tipologiche, spaziali e funzionali adeguate ad ospitare anziani con determinate necessità. L’idea preferita dal ministero è quella di individuare unità possibilmente modulari, che garantiscano privacy agli ospiti e comunque un pronto e rapido intervento da parte degli operatori.

Non si tratta in realtà di normativa, ma piuttosto di linea guida ministeriali che sarebbe il caso di seguire non solo perché in alcuni casi imperative, ma anche perché rappresentano delle buone pratiche che non possono che fare bene al nostro business.

Le diverse tipologie di centri anziani / assistenza

La legge individua inoltre diverse tipologie di case e strutture dove ospitare gli anziani. Abbiamo nello specifico:

  • Comunità alloggio: sono strutture pur sempre sociali e sanitarie, dove possono essere ospitati anziani con un grado di non autosufficienza considerato lieve. Nel caso in cui si tratti di una casa di riposo, si può arrivare a 120 posti letto. Nel caso di comunità alloggio i posti massimi sono invece 12;
  • RSA o case protette: sono strutture di carattere socio-sanitario e residenziale, dove verranno ospitati anziani che non sono autosufficienti in modo medio o elevato, che però comunque non hanno bisogno di assistenza di carattere ospedaliero;
  • Casa di riposo: in questo tipo di strutture sono garantite somministrazione dei pasti, assistenza di carattere sanitario, nonché anche attività di carattere ricreativo, allo scopo anche di aggregare gli ospiti della struttura;
  • Centri diurni assistenziali: il servizio in questo tipo di strutture è erogato soltanto di giorno e non c’è assistenza durante la notte. Si offre la possibilità in questo caso alle famiglie di affidare anziani non auto-sufficienti ad una struttura esterna durante gli orari lavorativi.

Il numero di addetti per tipologia di struttura

Per quanto riguarda il numero di addetti che devono essere garantiti abbiamo le seguenti normative:

  • Casa di riposo classica: è necessario non solo garantire 1 addetto all’assistenza di base ogni 10 ospiti, ma anche personale infermieristico professionale, con presenza che può essere però programmata in relazione a quelli che sono i piani di assistenza individuale per ogni paziente;
  • Casa protetta: in questo caso il rapporto massimo tra addetti all’assistenza di base e ospiti è di 3,5. Deve essere presente un medico almeno 6 ore a settimana per ogni 30 anziani nelle case protette;
  • RSA: qui I rapporti si fanno ancora più impegnativi – 1 addetto ogni 2,2 ospiti, presenza di animatore per le attività ricreative, 1 terapista ogni 40 ospiti nonché un infermiere professionale ogni 12 ospiti;

I requisiti sono impegnativi: vale davvero la pena di aprire un’attività del genere?

Sì. Al momento le strutture di questo tipo garantiscono dei buoni introiti e tutto lascia pensare che la situazione sarà ancora più interessante nel futuro, con l’invecchiamento della popolazione italiana che procede lento ma inesorabile.

Come potrai inoltre leggere su altre nostre guide dedicate a questo settore, siamo davanti ad una possibilità molto interessante, che ti permette di operare con capitali iniziali relativamente ridotti e con introiti interessanti già dai primi mesi di attività.

Guarda i format per aprire un franchising di Centro Anziani.

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